i have been posting news events related to iconoclastic events, where symbols in public spaces are targeted, vandalised, re-coded, de-coded, as part of this year’s course R-lab: architecture, artefacts and signs. this particular event, the beheading of Giovanni Falcone’s effigy in Palermo, reveals a disquieting tension among the citizens of Palermo some 20 years after Falcone’s brutal assassination by the Sicilian Mafia. PTL.
The statue’s head was then rammed against the wall of the Falcone-Borsellino, which it stood outside, causing further damage to the nose and eye area.
“The damage and contempt towards the statue dedicated to Giovanni Falcone are very serious acts; even more so because they were also aimed at damaging a school which has for years carried out important work of awareness and social education,” said Palermo mayor Leoluca Orlando.”
Il FATTO QUOTIDIANO: 10 JULY 2017.
“Vandalizzate le immagini alla memoria del giudice davanti a due diversi istituti scolastici del capoluogo siciliano. Prima è stato distrutto il busto del magistrato davanti ad una scuola allo Zen distrutto, poi è stato dato alle fiamme un cartellone con la foto dello stesso giudice. La preside: “Non è una ragazzata. Non so fino a che punto possano essere stati ragazzi”. Il sindaco: “Questi comportamenti confermano che c’è ancora molto fare ma che siamo davanti a un fenomeno che dimostra il nervosismo di ambienti arroganti e mafiosi che non si rassegnano all’inevitabile sconfitta”
Prima hanno distrutto la statua di Giovanni Falcone. Poi hanno bruciato un cartellone che raffigurava lo stesso giudice assassinato a Capaci il 23 maggio del 1992. E in entrambi i casi hanno colpito immagini posizionate all’entrata di due diversiistituti scolastici. A pochi giorni del venticinquesimo anniversario della strage di via d’Amelio a Palermo vanno in scena segnali inquietanti. Se siano messaggi mandati direttamente da Cosa nostra o meno, saranno le indagini a stabilirlo. Di sicuro c’è solo che due atti vandalici distinti – entrambi diretti contro il giudice simbolo della lotta alla mafia – rischiano di non essere frutto della casualità. Soprattutto in un periodo in cui a Palermo Cosa nostra sembra sia tornata a rialzare la testa tra scarcerazioni di boss, minacce di a giudici e giornalisti e omicidi.